Uno dei malintesi sulle fiabe è il convincimento che il principe sia un personaggio attivo, che il protagonista maschile conquisti principessa e reame grazie alla propria forza e virtù.
Non è così!
Spesso, come ne “I sei cigni”, il ruolo forte e coraggioso è femminile e, nonostante i luoghi comuni, il protagonista maschile in generale non è in grado di superare le prove, non ha le abilità per farlo e nonostante le indicazioni sbaglia, fallisce, si confonde.
Alla fine trionfa solo perché qualcuno decide di aiutarlo, perché trova un oggetto magico, perché non si fa scrupolo di imbrogliare o semplicemente per caso.
In "Raperonzolo" viene irrimediabilmente sconfitto e accecato dalla maga, poi, solo per caso capita nel deserto in cui si trova la fanciulla ed è lei a riconoscerlo e restituirgli la vista con le proprie lacrime.
In “Il principe e la principessa” è lei che in segreto svolge i compiti impossibili che il re ha assegnato a lui, è lei che ha le conoscenze per riuscire nella fuga risolutiva, è lei che prevede la trappola di oblio, lui cadrà in trappola nonostante gli avvertimenti ed allora è ancora lei che riesce a ridestarlo.
Questi stessi motivi, si ritrovano ne “Le tre piume”, ne “Il corvo” ed in molte altre.
Ovvero
lo stereotipo di supremazia maschile nelle fiabe non c’è!