Las aganes nella tradizione friulana sono creature magiche che vivono là dove ci sono fonti o corsi d'acqua.
Me ne ha parlato l'altro ieri una studiosa, Maria Sferrazza.
In friulano "Aghe" significa acqua e "las" corrisponde a "le", (ovvero è l'articolo identificativo plurale femminile).
Donne bruttissime e pericolose, streghe (in friulano "stries"), di cui aver paura. Lavano panni bianchi di notte. Essendo maledette, quando le campane della chiesa suonano, non possono muoversi e allora scalpicciano rabbiose incidendo con le impronte dei piedi il terreno o la pietra su cui si trovano.
In alcuni luoghi sono dette las fatis (le fate). E prima dell'avvento del cristianesimo erano considerate bellissime.
Sono difatti ondine. Antiche divinità celtiche dell'acqua.
Per respingerne il culto, poco a poco vennero loro assegnati i peggiori attributi.
Ho chiesto a mia madre. La parola "agana" non le dice niente, m'ha solo confermato che la nonna Milie (mia bisnonna) raccontava storie di streghe. Strano perché proprio nella sua borgata d'origine pare ci siano impronte di agana.
E strano che a me non abbiano mai raccontato nulla, da
piccola chiedevo sempre "raccontami una storia".
Sono sempre stata affamata di fiabe, miti e leggende, contengono una conoscenza confusamente portata avanti, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio, da chi non ha le chiavi per capirla.
Il danno avviene quando la trasmissione è interrotta.